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Oggi vi parlo di una commedia piuttosto peculiare perché, per una volta, cerca di rompere il cliché semplicemente capovolgendolo. La storia raccontata da Katherine Center in Bodyguard riguarda una star del cinema ed una guardia del corpo. Soltanto che la star, in questo caso, è Jack Stapleton, mentre la guardia del corpo è una donna minuta di nome Hannah. Vi ho intrigato? Proseguite pure.

Breve trama

Hannah è una guardia del corpo, anche se a guardarla non si direbbe. Eppure è brava nel suo lavoro e sfata il mito secondo cui la guardia del corpo deve essere necessariamente: alta, robusta e pressoché maschile. La sua intelligenza e l’abilità a valutare il rischio l’hanno portata nella rosa dei migliori. Inoltre non è un lavoro per tutti, ma Hannah ha sfruttato ogni potenziale fuga lavorativa come una fuga emotiva, per scacciare i demoni dentro di sé. Quando poi sua madre muore, è costretta a fermarsi. Come se non bastasse, le viene assegnato un caso a dir poco ridicolo, nella sua città natale: badare ad una star del cinema. E che star. Jack Stapleton è bello, giovane e in gamba. Non propriamente single, secondo i tabloid, ma al ragazzo importa soltanto della sua famiglia. Per questo chiede ad Hannah di diventare la sua fidanzata, per finta naturalmente. Soltanto così i suoi genitori potranno accettarla al suo fianco e senza dover svelare loro la verità. Ma perché Jack ha bisogno di una guardia del corpo? Per scoprirlo, vi toccherà leggere il romanzo.

bodyguard
Bodyguard

Recensione in breve di Bodyguard

Non amo dilungarmi troppo nei dettagli, ma nel complesso questo romanzo mi è piaciuto. L’ho trovato leggero al punto giusto, in alcuni passaggi forse un po‘ troppo inpersonale come se non fosse narrato davvero in prima persona. Ma credo che sia dovuto soprattutto dalla caratterizzazione del personaggio. Hannah è forse quello più riuscito, ma ammetto di aver avuto qualche dubbio. Pur essendo una guardia del corpo, quindi addestrata a combattere ogni eventualità, si è spesso spaventata per poco e questo l’ha resa meno credibile ai miei occhi in un ruolo che invece richiede spesso sangue freddo e buona analisi del pericolo.

Lo scopo dell’autrice era forse umanizzare di più un personaggio presentato in principio freddo, senza emozioni, una donna che riesce a tornare al lavoro dopo aver perso sua madre senza battere ciglio. Insomma, quel genere di Wonder Woman Clichè poi smontato pezzo dopo pezzo fino all’ultimo capitolo. Hannah è un personaggio conflittuale ed imperfetto, ma va bene così. Jack invece è un ragazzo dolce, che vorrebbe essere più spensierato e ho apprezzato tutta l’atmosfera e i continui tira e molla tra realtà e finzione tra i due. Forse, però, a questa coppia mancava un pizzico di chimica in più. In ogni caso l’ho trovato un romanzo leggero e ben scritto.

Innamorarsi a Natale

Cristina

Divoro libri e non ho problemi con il binge watching. Cioccolato-dipendente, sono anche giornalista pubblicista.

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