Ultimamente mi è capitato di leggere i libri di Sophie Kinsella con i piedi di piombo, senza avere una particolare aspettativa. Questo perché, ed è doloroso ammetterlo, le storie degli ultimi anni non mi hanno mai convinta del tutto. Mi rendo conto che, dopo vent’anni di attività, è anche difficile rendere sempre al meglio, ma dopo aver collezionato una delusione dopo l’altra diventa difficile continuare a fidarsi degli scrittori. In ogni caso, quando ho letto la trama di Attenti all’intrusa!, ho pensato che con questa storia la Kinsella potesse tornare in carreggiata. E, parzialmente, è stato così.
Attenti all’intrusa!, la trama
Piccola panoramica sulla trama. La protagonista è Effie, una ragazza che rappresenta appieno la generazione dei 20/30 del momento, alle prese con una realtà professionale fin troppo nebulosa (per non dire inesistente) e una vita sentimentale pressoché morta. Effie è molto legata alla sua famiglia, vuole molto bene ai suoi genitori e ha un bel rapporto con sua sorella Bean e suo fratello Gus. E custodisce preziosi ricordi della sua casa d’infanzia. Dati i presupposti, non dovrebbe stupire la sua reazione nel momento in cui i genitori si siedono a tavolino e informano i figli di volere il divorzio. Oggiogiorno il divorzio colpisce una famiglia su tre, ma non per questo fa meno male. E, a peggiorare le cose, suo padre non solo ha trovato una nuova compagna (molto più giovane e smaliziata), ma ha anche deciso di vendere la loro casa. Il mondo di Effie crolla all’improvviso e non ha un paracadute a sorreggerla. Ad aggiungere un pizzico di pepe alla storia sono le bambole russe di Effie, una metafora che la Kinsella ha voluto sfruttare per tutto il romanzo e che personalmente ho apprezzato moltissimo.

Cosa c’entrano le bambole russe in questa storia? Il padre organizza una festa d’addio per la casa, ma Effie non vuole andarci neanche morta perché ha litigato con lui e non sopporta la nuova compagna. Ma si ricorda di aver lasciato le sue preziose bambole russe in casa, per cui deve recuperarle. Ma non lo fa come una persona sana di mente. Assolutamente no. Effie decide d’intrufolarsi alla festa come una malvivente, sgattaiolare verso il nascondiglio, riprendere possesso del bottino e scappare a gambe levate. Ma, ovviamente, niente va secondi i piani.
La recensione
Le premesse per un buon romance ci sono tutte. Quello che invece mi ha colpito è che questo romanzo non è in realtà un classico romanzo rosa. L’ho trovato molto riflessivo, attuale, ai limiti del bizzarro come soltanto la Kinsella può essere, ma perfettamente strutturato dall’inizio alla fine. Le bambole russe, come ho già precisato, sono una bella metafora che permette al lettore di rimuovere uno strato per volta della protagonista (e della sua famiglia). Partendo dalla più grande, che rappresenta il guscio iniziale da scalfire, lentamente Effie comprende alcuni aspetti della sua famiglia che aveva sempre ignorato e riesce a superare il melodramma del divorzio comprendendone le ragioni. Ammetto, però, che il suo cambiamento avviene in modo forse troppo repentino. Avrei lavorato di più su quest’aspetto per renderlo un po’ più realistico.
I personaggi secondari hanno il loro fascino ed una storia che si incastra perfettamente nello scenario come un puzzle ben riuscito. I misteri di ogni personaggio spingono il lettore ad immgersi sempre più nel mondo bizzarro di Effie. Come quasi tutti i romanzi della Kinsella, anche Attenti all’intrusa! è perfettamente scorrevole, piacevole ma a tratti forse fin troppo bizzarro. L’autrice, in questo caso, ha scelto di ambientare gran parte (se non tutta) la storia in un solo weekend. Una scelta audace che ha sicuramente dei pro e contro, ma che nel quadro generale funziona.
Perché leggerlo?
In ogni caso è un romance perché la componente sentimentale c’è. Effie incontra il ragazzo che le ha spezzato il cuore, Joe, anche in occasione della festa. La loro è stata una bella storia d’amore, almeno finché è durata. Joe non è stato soltanto il suo ragazzo durante l’adolescenza, ma anche il suo migliore amico sin dai tempi della scuola elementare. Si sono lasciati in modo brusco e senza un perché. E quel fantasma ha perseguitato ogni sua storia d’amore. Di fatto, Effie non è mai riuscita a superare il trauma.
E anche Joe, come tutti gli altri personaggi, è un uomo fatto di tante piccole matrioske. Alla fine della lettura, tutti hanno modo di mostrare la bambolina più piccola dentro di sé, persino Effie. Mi sento di consigliarvi questa lettura perché non è il classico romanzo rosa che ti aspetteresti dalla Kinsella. Partendo dal presupposto che le sue protagoniste sono tutte bizzarre e ai limiti del normale, ho apprezzato moltissimo la componente riflessiva di questa storia.
